Jackson Pollock è stato un pittore statunitense, considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’Espressionismo astratto o Action painting.
Una vita sregolata, come spesso accade per artisti di questo calibro, ma una serie di capolavori che il mondo artistico non può dimenticare.
I quadri più famosi di Pollock sono quelli realizzati nel periodo del “dripping” tra il 1947 e il 1950, si tratta di un modo di dipingere in cui il colore viene fatto sgocciolare (drip in inglese) spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele. L’opera che ne risulta enfatizza l’atto fisico della pittura stessa. Lui compie l’opera con procedimenti automatici, gesti incondizionati e spontanei, come i surrealisti. E i suoi lavori non nascono come “arte studiata”, ma si affidano in parte anche a il caso, infatti, Pollock è solito dipingere in modo impulsivo e istintivo. Utilizzava degli smalti industriali molto economici la cui marca “Duco” divenne poi anche famosa ed usatissima.
Giunto al vertice della sua fama, decise improvvisamente di abbandonare lo stile che l’aveva reso famoso, per passare ad un uso del colore più scuro (spesso usava soltanto il nero) ed iniziò a reintrodurre elementi di tipo figurativo. Pollock diventò molto apprezzato sul mercato dell’arte e i collezionisti chiedevano con insistenza delle nuove opere.
Un vero artista morto in un incidente stradale a soli 44 anni.